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martedì 1 novembre 2011

Ode al Gatto


Gli animali furono
imperfetti lunghi
di coda, plumbei
di testa.
Piano piano si misero
In ordine
Divennero paesaggio,
acquistarono nèi, grazia, volo.
Il gatto,
soltanto il gatto
apparve completo
e orgoglioso:
nacque completamente rifinito,
cammina solo e sa quello che vuole.

L’uomo vuol essere pesce e uccello,
il serpente vorrebbe avere ali,
il cane è un leone spaesato,
l’ingegnere vuole essere poeta,
la mosca studia per rondine,
il poeta cerca d’imitare la mosca,
ma il gatto
vuole essere gatto
ed ogni gatto
dai baffi alla coda,
dal fiuto al topo vivo
dalla notte fino ai suoi occhi d’oro.

Non c’è unità
come la sua,
non hanno
la luna o il fiore
una tale coesione:
è una sola cosa
come il sole o il topazio,
e l’elastica linea del suo corpo,
salda e sottile, è come
la linea della prua di una nave.
I suoi occhi gialli
hanno lasciato una sola
fessura
per gettarvi le monete della notte.

Oh piccolo
imperatore senz’orbe,
conquistatore senza patria,
minima tigre da salotto, nuziale
sultano del cielo
delle tegole erotiche,
il vento dell’amore
all’aria aperta
reclami
quando passi
e posi
quattro piedi delicati
sul suolo,
fiutando,
diffidando
di ogni cosa terrestre,
perché tutto
è immondo
per l’immacolato piede del gatto.

Oh fiera indipendente
della casa, arrogante
vestigio della notte,
neghittoso, ginnastico
ed estraneo,
profondissimo gatto,
poliziotto segreto
delle stanze,
insegna
di un
irreperibile velluto,
probabilmente non c’è
enigma
nel tuo contegno,
forse non sei mistero,
tutti sanno di te ed appartieni
all’abitante meno misterioso,
forse tutti si credono
padroni,
proprietari, parenti
di gatti, compagni,
colleghi,
discepoli o amici
del proprio gatto.

Io no.
Io non sono d’accordo.
Io non conosco il gatto.
So tutto, la vita e il suo arcipelago,
il mare e la città incalcolabile,
la botanica,
il gineceo coi suoi peccati,
il per e il meno della matematica,
gli imbuti vulcanici del mondo,
il guscio irreale del coccodrillo,
la bontà ignorata del pompiere,
l’atavismo azzurro del sacerdote,
ma non riesco a decifrare un gatto.
Sul suo distacco la ragione slitta,
numeri d’oro stanno nei suoi occhi.

Pablo Neruda, Poesie (1924-1964)

mi permetto di aggiungere un mio piccolo pensierino.... gatti... vi adoro tuuuuuutti!!!

2 commenti:

  1. Sai, ho notato in tante occasioni che beauty/nail blogger spesso è sinonimo di gattara! E' una cosa meravigliosa! Quasi apprezzo più i posts in cui le varie ragazze mostrano le proprie meraviglie pelose che quelli con smalti & co. :D
    Sia io che il mio moroso amiamo moltissimo gli animali e i gatti in particolare, vorremmo tanto averne uno ma per ora non possiamo, siamo in affitto e la casa è piuttosto piccola. Ma stiamo cercando una casetta tutta per noi, ed allora non ci fermerà più nessuno!
    Sulla poesia, che dire: Neruda è Neruda, that's all! :)

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  2. anche io ho notato che i gatti sono più "diffus" tra le beauty blogger! io ho 3 gatti che amo, magari in questi giorni pubblico qualche loro foto!

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